Pagina:Perodi - I bambini delle diverse nazioni, Firenze, Bemporad, 1890.djvu/31

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lora le due file di ragazzi incominciano a muoversi con grazia, accompagnando la musica con le nacchere.

Ma ora debbo lasciar da parte la musica, e descrivervi la casa delle bambine e dei bambini spagnuoli, chiamati ninas e ninos. Le case dei villaggi sono molto misere. Hanno un piano solo, sono imbiancate all’esterno, e le finestre non sono chiuse con cristalli, ma con rozze imposte di legno. Un grande cancello che sta aperto tutto il giorno dà adito a una stanza che serve di cucina, di stanza comune e di bottega durante il giorno, e di camera per il padre e per i figli maschi.

Una due stuoie o la manta (mantello) formano il loro letto. In una cameretta interna dorme la madre insieme con le figlie, su un piccolo strapunto posato per terra, oppure appoggiato sopra assi di legno sorrette da due capre.

Qualche volta nella stanza che serve anche di cucina vi è un focolare, ma più spesso il fuoco è acceso per terra, e il fumo esce, come può, dalla porta.

Due o tre sedie di giunco, alcuni ganci conficcati nella parete per appenderci la manta, l’afarza, (sacco delle provvigioni), e la bota (sacchetta di cuoio che serve di bicchiere), senza la quale è difficile che lo spagnuolo si allontani da casa, un’asse sulla quale sono collocati i pochi utensili di cucina, e la brocca alla quale tutti bevono; ecco in che consistono tutte le suppellettili di una povera casa spagnuola.

In Catalogna la brocca è munita di un beccuccio, e ognuno beve senza accostarselo alla bocca. Sollevano la brocca e si lasciano scorrere in bocca l’acqua o il vino.

Ci sono poi delle case di due piani, con terrazzi, tende e anche con portico coperto di viti che mette nella grande stanza d’ingresso, la quale è fornita di tutto quello che si