Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/179

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i. Ma di un’altra cosa, che quasi ine ine scordava, voglio ammonirti. Finché 1*ultima scintilla dell’incendio arde ancora, guardati dal viver solo; perciò io non mi maravigliai punto, nell’udir* di tua bocca, chea nulla t'avesse fruttato il rimanertene nella pace dei campi : la quiete e il silenzio non sono rimedii con che curare il tuo male. Ed io ti confesso che quando ti vidi fuggire , non* senza sospiri dalla città, per seppellirti nel tuo romitorio, dall’alto mio seggio sorridendo, dissi a me stesso: ecco di che guisa l’amore ravviluppò di oscura nebbia il costui intelletto, è gli cancella dalla memoria quel versi che ogni putto ripete. Vuol liberarsi dalla malattia, e corre incontro alla morte. P-— Troppo è vero ! ma dimmeli questi versi. • * 1 ’ * ' • , \ A* Sono di Ovidio: 1 ' • b » O tu cui strugge l’amorosa fiamma, 4 » Fuggi gli alberghi solitari! j il core » Ivi più acerbe sentirà sue pene. « E a te meglio s’ addice il romoroso » Tumulto popolar, che chiusa stanza•».f ... ■ - ■ . />.—, Ben me ne ricordo : perchè li sa* peva fin da fan ci ulta v * A. — Quante cose apprendevi, ; di chV pure non profittasti' secondo tua necessità! E- che tu cercassi ¿iella solitudine * tempera*