Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/189

Da Wikisource.
  • 79

F animo si mirtíj', ed' avvegnaché ogni cosa1 ne s’invecchi d’attorno, noi non giungiamo^ mai a maturità. Laonde vera è quella sentenza del volgo ; ua animo solo logorare più' corpi., e« Dileguasi la puerìzia, ma la puerilità ,, come dice Seneca ,, ancora rimane ». E* mel eredi,, tw pure non sei più fanciullo» quanto ti sembra ; perciocché lai maggior parte degli uomini non: arriva all’età a cui' ora tocchi,. Vergognati adunque che si dica die un vecchio fa ancora l’amante;. arrossisci' d’'essere divenuto da sl! lungar stagione favola al volgo: e se l'amore* della, gloria ñoir t’alletta nè ti spaventa l’infamia , col mutar vita, provvedi almeno^ che i- tuoi nom arrossiscano per te. Dappoiché iò stimo che* ai dbggia’ aver cura^ della propria fama, se* iion> per sé , almeno perché gli amicü nonu incorrano nella taccia? di mentitori.- E sé* questo è dovere d’ogni uomo im particolare,, lo è di te pri nei palmen te ;* il- quale à* tutti* conosciuto vivi sotto gli occhidèlla:moltitudine.-

  • ■*

m »; Ahi quante airuom* comanda aspre fatiche »11 sefbar puro crglorioso il nome! » i I

  • 4

« Queste* parole, che sono indiritte a Scipione* dal suo più fiero nemico, secondò che* si leggono; nel libro della tùa Africa/adesso* che ti son porte da chi ti è padrein affetto,, vaglia tu accettarle c farne tuo' sennò. ’ È