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Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/79

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DIALOGO SECONDO.


A. — Ti pare che abbiamo riposato abbastanza?

P. - Così mi pare.

A. - Ed ora di quali speranze alimenti l’animo tuo? Dalla docilità con cui assentisti a’ miei detti, io traggo buon argomento a stimare che di malato come fosti finora, t’incammini alla guarigione.

P. — Io non so che ripromettermi di me stesso. Dio solo è mia speranza.

A. — Egregiamente. Ora torno al proposito. Molti sono i pericoli che ti circondano, molte le voci che all’orecchio ti romoreggiano, e tu stesso ignori quali e quanto fieri nemici t’abbiano posto attorno l’assedio. Pertanto, ove io ti metta innanzi tutti i pericoli che d'ogni intorno ti premono e s’affaticano a trarti in perdizione, t’avverrà siccome a coloro che, allo scorgere di lontano un’armata, dapprima non ne fanno conto che qual di cosa dappoco; ma come di mano in mano appressando le ordinanze s’ingrossano, a tal che gli occhi abbarbagliati non più sostengono il vivo lampo dell’armi, a cento doppi il terrore s’accresce, e con esso il pentimento di non essersi posti a quella buona guardia, cui ragion domandava. Che se ti vergognerai d’una parte che