Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/93

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chè mi basti la vita , m'è pur mestieri di provvedere ai quotidiani bisogni. E giacchè mi avventi dardi che togliesti ad Orazio, d'oraziano scudo coprendomi, ti risponderò con lui che

Tesor d'eletti libri io sol desìo:
E frugal sì, ma provveduta mensa
Mi si appresti ogni dì, perchè l'incerto
Cor tra la speme ed il timor diviso,
Non penda dalla incerta ora che fugge.

E ciò perchè, come dice lo stesso Orazio, «non vorei menare una dolorosa vecchiezza, nè muta del suono della lira». Siccome poi temo forte le insidie d'una lunga vecchiaia, faccio di assicurarmi sì da questo pericolo che da quello; ed agli studii delle muse inframmetto le brighe di famiglia. Ma tanto poco mi vi adopero attorno, che ben si pare come non vi ponga mano, se non costretto dalla necessità.

A. — Certo è a dire che siffatte cose ti sieno bene addentro penetrate nell’animo, se in esse tu cerchi una scusa alla tua follia. Ma perchè non vi rimase scolpita anche l’altra sentenza del satirico?

A che tanti qui accumuli tesori,
Con infiniti affanni? E furor certo,
Manifesta pazzia che ti conduce,