Pagina:Petruccelli - I moribondi.djvu/77

Da Wikisource.

— 73 —

e un po’ mazziniano. Il Governo provvisorio di Milano lo nominò colonnello delle milizie lombarde. Dopo Custoza, e’ si mostrò poco riverente verso Carlo-Alberto e poco entusiasta della casa di Savoia. Egli segnò, col signor Restelli, un libello in questo senso. Nondimeno e’ si ritirò a Torino quando Radeztki riprese Milano, ed entrò al servizio del Piemonte. Dopo il disastro di Novara lo si pretese implicato nell’infelice processo di Ramorino: ma il generale Lamarmora riconobbe la falsità di questa insinuazione, e la sventò. Fanti fece la campagna di Crimea, poi quella del 1859. Egli fu inviato quindi nell’Italia centrale, onde organizzarvi l’esercito. Ed è da quell’epoca che data la sua ostilità con Garibaldi. Fanti però agiva di concerto col re e col conte di Cavour, e loro organi erano Cosenz e Malenchini, i quali vedevano il tentativo su Roma, cui mirava Garibaldi, per lo meno prematuro.

Il general Fanti fece poscia la campagna dell’Umbria, la quale, quantunque materialmente, brillantemente comandata dal generale Cialdini, fu concepita e tracciata da Fanti. Lo si dice forte in strategia, ed in generale assai istrutto nelle scienze militari. Io ho inteso perfino attribuirgli la prima idea di quella conversione di fronte che portò l’esercito francese dal Po sul Ticino. Qualunque sia però la sua capacità, gliela si contesta, a cagione del suo carattere troppo brusco, troppo secco — cassant. Egli parla male, poco, sempre di un tono irritato. Egli è severissimo — ma non senza predilezioni. Si lascia dominare dalle antipatie per