Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/316

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— Non è egli il re? osservò Bambina. Non vengo io a salvarlo a quel che mi han detto?

Il re rientrò. Infatti, egli era andato ad inginocchiarsi innanzi a non so che immagine, cui si cavava dal petto sotto forma di scapolare, ed aveva invocato l’inspirazione divina.

— Vi accordo la vostra dimanda, disse egli a Bambina, se ciò che state per rivelarmi merita codesta ricompensa.

— Me ne date la vostra parola, sire? insistè Bambina.

— Ve la do, replicò Ferdinando esitando.

— Siate testimone, soggiunse Bambina, volgendosi all’ambasciatore, che S. M. mi dà la sua parola di far mettere in libertà mio fratello, Don Diego Spani, e di nominarlo vescovo.

— Parlate adesso, parlate, chiocciò il re impazientito.

— Sire, mi hanno detto che V. M. non ignora forse che si cospira onde strapparle non so che, — una Carta, una Costituzione. — Ma ciò che V. M. non sa per certo, è il luogo ove i cospiratori si riuniscono ed il capo del complotto.

— Credono?

— Io ripeto ciò che mi han detto. Che M. V. ne giudichi del resto.

— Ebbene?

— Ebbene, il sito ove i cospiratori tengono le loro sedute è la villa abitata da lady Keith, al Vomero, ove abito io stessa da qualche settimana in qua.

— E voi avete visto codesti cospiratori?