Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
In sella! | 149 |
Precipitava per la via di traverso un altro ciclista, assai adolescente come vedemmo quando ci sopravanzò di volata. Ma anche lui quando sentì la salita, dovette scendere e si accompagnò con noi. Era partito, povero figliuolo, da Iesi con un gran colletto, cravattone e polsini: ma di tutti questi attrezzi avea dovuto liberarsi nel viaggio, e il suo abito nero era sino a mezza vita diventato candido, come se si fosse immerso in un vaso di polvere di cipria. Di questo era preoccupato. Evidentemente si recava a Macerata non per istudiare o per inseguire dei fantasmi.
Il monte su cui sorge Macerata divide la valle del Potenza da quella del Chienti e noi, lasciata a manca la città, in quella valle scendemmo per una via bellissima, larga e tutta indorata dal tramonto. Delizioso era l'andare veloce fra le verdi piante, i campi fragranti di messi, lungo il placido fiume! Il paesaggio si svolgeva solenne e nuovo davanti alle ruote e un senso di freschezza ci penetrava nel cuore. Quel dì (sopravveniva il vespero) ci fermammo a pernottare a Tolentino.