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il primo viaggio d'amore 307

pantofole: questa camicia di flanella sarà un po' grande per lei, ma meglio che niente; poi si metta questo mio soprabito.... Non faccia complimenti e con tutto suo comodo....„

E Furio fu lasciato solo fra i sarmenti che ardevano e la limonata calda. “Ma quello è matto a volere che mi metta i suoi abiti!„ gli disse addietro Furio con un atto di sprezzo. Per sua sventura nella stanza c'era un grande specchio: vi si guardò, si vide dalla testa ai piedi, vi si riconobbe e rabbrividì. Era un mostro di fango, l'acqua ed il sudore grondavano dai capelli su le gote infiammate: le mutande gli si irrigidivano su le gambe. Il povero abituccio chiaro d'estate, cura dell'ago della dolce mamma, già testimone fido e segreto di tante ore di contemplazione beata, aveva finito eroicamente i suoi giorni in quella corsa disperata d'amore! Che fare?

Bisognò, per forza, mettersi le calze, le mutande, le pantofole, la camicia del babbo dell'Ida! Il soprabitone no: era troppo: gli arrivava sino al polpaccio.

Si lasciò cadere su la sedia mormorando: sono rovinato! Il ridicolo gli cadeva addosso come poco prima la pioggia. Per buona ventura bussò discretamente alla porta la signora Sofia, alla quale pur convenne sorri-