Pagina:Piccole storie del mondo grande - Alfredo Panzini - 1901.djvu/73

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leuma e lia 61

Leuma non è come ella dice: anzi è molto tranquillo e sembra contento. Ciò appunto mi accora, e quasi preferirei che egli fosse agitato e cattivo, ma mi dicesse l'animo suo. Invece quella sua calma, quel non guardare questi libri, mi fa tremare. Egli certo non legge per non affliggersi; per non vedere avverato negli altri l'avvenire pieno di soddisfazioni che egli sognò anche per sè, povero Leuma. Io indovino che sotto quella calma rassegnata si nasconde un segreto dolore. Egli con la sua bontà, mi fa capire che la sua vita è rovinata. Egli era nato per fare nobili cose: invece la sua vita si deve consumare qui, in questa campagna, con questa donna, con quel bambino, con i miei genitori! E il rimorso, veda, è che sono stata io, io che gli ho chiuso la strada, io, perchè gli voleva bene e ho fatto tanto perchè mi sposasse! Egli voleva andar via: molto lontano; e sono stata io a trattenerlo, perchè mi pareva di morire se fosse andato via. Ma adesso che siamo sposi io sono disposta a tutto pur di farlo contento. Mi adatterei a tutto. Egli mi ha dato la sua vita: io sono pronta a dargli la mia, a sacrificare per suo bene la mia pace. In questa villa noi viviamo agiatamente e non ci manca cosa alcuna