Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/144

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meconvengono tra loro nel fissare il Tiferno Tiberino nella Città di Castello: così convengono nel credere l’altro in S. Angelo in Vado. Imperocchè questa Città rimane vicina al fiume Metauro, e vi esistono alcune lapidi riportate da’ collettori. Nella seguente riferita dal Maffei, dal Gori, e dal Muratori1 si legge il TIF. MAT, cioè Tifernatis Mataurensis.

L. DENTVSIO L. F. PAP.
APROCVLINO EQ. P.
CVRAT. AL. TIF. MAT. DA
TO AB IMPP. SEVERO ET AN
TONINO. AVGG. AED. IIII. VIR
FLAM. AVGVRI. PATRONO
COLL. CENT. IIIIII. VIRI AVG.
ET PLEBS VRB. OB PRAECLARAQVE
MERITA EIVS PATRONO
CVIVS DEDICATIONE DECR.
III SEVIR. ET PLEB. II
CVM PANE, ET VINO DEDIT
L. D. D. D.

Il Muratori riferisce2 la seguente come esistente in S. Angelo in Vado


C. CLODIENO C. FIL. STEL. SERENO
VESNIO DEXTRO EQVIT. ROMANO
PATRONO ET PONTIF. VRVINAT.
MAT. PATRONO ET CVRATORI. REI
PVBLICAE FORO CORNEL. OPTIMO etc.


Si noti, che in queste lapidi si legge TIF. MAT. VRVINAT. MAT.. Avendo notato ciò il Muratori, ed avendo osservato, che in altre lapidi leggesi Mataurum, giustamente credette; che si dovesse scrivere Matarurum,


  1. p. 997.
  2. p. 2047.