che pur ne vogliono far uso. Di infinite altre
cose abbiamo bensì conservato le denominazioni,
e certe regole più generali; ma tutto il resto
poi di quelle medesime cose cammina presso
di noi in tutt'altra maniera, che presso i Romani.
Così per esempio noi abbiamo bensì i nomi
di Legato, di Fidecommesso, della contestazione
della lite, delle cauzioni, delle tutele, della
patria potestà, ec. ma noi abbiamo di tutte
queste cose altre idee, altre usanze, ed altri
stabilimenti differenti del tutto da quei de’ Romani.
Finalmente insieme coi costumi, e colle
maniere di vivere, e di pensare cambiate si sono
ancora le idee, le professioni, i mestieri, i bisogni,
i giri, le mire, le cabale, le furberie, e
le altre cose del commerzio, e della vita sociale.
E però varie sorti di contratti, di negozj, e
di ultime disposizioni sonosi presso di noi introdotte,
delle quali i Romani non avevano veruna idea.
Rare sono oggidì quelle cause di livelli,
di maggioraschi, di primogeniture, e di
fidecommessi ancora, che col solo ajuto delle
Leggi Romane possano venir definite. Ma io non
vo’ oggimai andare più innanzi nè in questo punto,
nè in altro: e però passo sotto silenzio le altre
magagne, meno importanti, onde imbrattate,
e guaste sono le Leggi Romane, le quali sono
già state da altri valorosi, ed onesti uomini
accennate. Or tutti questi difetti delle nostre
Leggi sono così fatti, che per quanto i più dotti
Giurisconsulti s'ingegnino a levarli, pure quando
non venga tolta di mezzo la sustanza istessa,
sempre rimarrà addietro della feccia in abbondanza,
come ben fu avvertito dal dotto Grego-