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Pagina:Pilati - Ragionamenti intorno la legge naturale e civile, 1766.djvu/112

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108 DIFETTI DELLE

che pur ne vogliono far uso. Di infinite altre cose abbiamo bensì conservato le denominazioni, e certe regole più generali; ma tutto il resto poi di quelle medesime cose cammina presso di noi in tutt'altra maniera, che presso i Romani. Così per esempio noi abbiamo bensì i nomi di Legato, di Fidecommesso, della contestazione della lite, delle cauzioni, delle tutele, della patria potestà, ec. ma noi abbiamo di tutte queste cose altre idee, altre usanze, ed altri stabilimenti differenti del tutto da quei de’ Romani. Finalmente insieme coi costumi, e colle maniere di vivere, e di pensare cambiate si sono ancora le idee, le professioni, i mestieri, i bisogni, i giri, le mire, le cabale, le furberie, e le altre cose del commerzio, e della vita sociale. E però varie sorti di contratti, di negozj, e di ultime disposizioni sonosi presso di noi introdotte, delle quali i Romani non avevano veruna idea. Rare sono oggidì quelle cause di livelli, di maggioraschi, di primogeniture, e di fidecommessi ancora, che col solo ajuto delle Leggi Romane possano venir definite. Ma io non vo’ oggimai andare più innanzi nè in questo punto, nè in altro: e però passo sotto silenzio le altre magagne, meno importanti, onde imbrattate, e guaste sono le Leggi Romane, le quali sono già state da altri valorosi, ed onesti uomini accennate. Or tutti questi difetti delle nostre Leggi sono così fatti, che per quanto i più dotti Giurisconsulti s'ingegnino a levarli, pure quando non venga tolta di mezzo la sustanza istessa, sempre rimarrà addietro della feccia in abbondanza, come ben fu avvertito dal dotto Grego-


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