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DELLA MANIERA DI TRATTARE |
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deriva. Quindi inutile affatto si è per un Giurista
lo studio più minuto di tutte le Leggi,
eziandio di quelle, che ne’ nostri tempi non si
possono a'casi nostri applicare. Ed è gettato almeno
rispetto ad un legale tutto il tempo, che
nel fare la critica, e nel tirar fuori l’erudizione,
e la storia di somiglianti leggi si spende. E siccome
le Leggi di tal qualità sono in numero indicibile,
così non è possibile, che un uomo, sia
pur egli di sommo ingegno, e di singolare memoria
dotato, possa impiegarsi allo studio di siffatte
leggi, ed insieme avere la bisognevole notizia
di tutte le altre più usuali. Laonde un vero
Giureconsulto, cui piaccia il sodo, il massiccio,
ed il sostanziale, deve contentarsi di dare
una semplice scorsa alle Leggi troppo oscure, troppo
controverse, e troppo aliene da’ nostri costumi:
ed all’incontro egli dee procacciarsi una buona,
giusta, ed accurata notizia di que’ testi, che sono
ancora in vigore, e che possono fare al proposito
de’ negozi, e delle controversie, che accadono
a’ nostri giorni.
Un tal Giurista si va nella seguente maniera
formando. Egli prima di tutto si dà allo studio
delle Istituzioni di Giustiniano, che per se medesime
sono assai brevi, facili, e chiare. Il testo
adunque di queste si è la prima cosa, cui debba
prendere per la mano un giovane studioso. Nello
stesso tempo leggerà egli con attenzione un
qualche autore de’ più celebri per saviezza, dottrina,
ed erudizione, che abbiano spiegato, cementato,
e sotto giusto metodo, ed ordine ridotto
quel tanto, che ne’ quattro libri delle mentovate
Istituzioni si contiene. A questo fine me-