Pagina:Pilati - Ragionamenti intorno la legge naturale e civile, 1766.djvu/62

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alla vera lezione. Tuttavia il male non consiste solamente nell’incertezza, in cui ci lasciano le varie emendazioni, e spiegazioni degli interpreti. Il peggio si è, che costoro, sotto il pretesto di voler emendare un testo vizioso, hanno preso l’occasione di castrare, e di corrompere con troncamenti, con giunte, con trasposizioni, con raddopiamenti, e repliche di sillabe, e di parole, con interpunzioni, e con altri tali modi inventati di lor capriccio tutti que’ testi, che da loro non furono intesi, o che hanno ritrovati contrarj alle sentenze da loro già stabilite, benchè in realtà non avessero di alcuna correzione bisogno.1

E però con tutta ragione lamentasi il Bynkershoeckio nella Prefazione alle sue Osservazioni, ipsos Criticos sua arte turpiter abusos plura forte vulnera, et cicatrices bonis auctoribus intulisse, quam sustulisse. Quanta audaciæ, quantæ temeritatis sint Criticorum cruentatæ manus, nemo est, qui nesciat. Quo plus audent, eo plus audere pergunt, scindentes, urentes, secantes quidquid cerebello suo non placet. Egli è poi da considerai, che ognuno di questi Critici si tira dietro un gran numero di Discepoli, e copiatori; e che gli errori commessi da costoro in Teoria influiscono poi anche nella pratica, e mille disordini, mille incoerenze, e mille tra

  1. Heinec. Opus. Min. pag. 33. Jo. Stekius in Præfat. ad Observ. Anticrist. et alibi passim in Thesaur. Jur. Ottoniano. Riccius in Præfat. ad Vindic. Jur. apud eumdem Ottonem in Thes. Jur. Bynkershoeck. Præf. ad Observ Jur. et lib. 5. Observ. cap. 4.

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