Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/200

Da Wikisource.

altri, se non vi tenete forte alla realtà che per vostro conto vi siete data, possono indurvi a riconoscere che più vera della vostra stessa realtà è quella che vi dànno loro. Nessuno più di me ha potuto farne esperienza.

Io mi trovai dunque, senza che ne sapessi nulla, innamoratissimo di Anna Rosa, e per questa ragione impigliato nell’accidente di quello sparo nella Badìa come non mi sarei mai e poi mai immaginato.

Assistendo Anna Rosa, dopo averla trasportata a casa sulle braccia e adagiata sul suo letto, corso per un medico, per un’infermiera, e prestato le prime cure del caso, sentii subito anch’io più che possibile, vero, ciò che ella aveva immaginato di me in seguito alle confidenze di Dida; la mia simpatia per lei. E potei avere dalla sua bocca, stando a sedere a piè del letto nell’intimità color di rosa della sua cameretta offesa dal cattivo odore dei medicinali, tutte le spiegazioni. E, prima, quella della rivoltella nella borsetta, causa dell’accidente.

Come rise di cuore immaginando che qualcuno potesse supporre ch’ella l’avesse portata per me nel darmi convegno alla Badìa!

La portava sempre con sè, nella borsetta, quella rivoltella, dacchè l’aveva trovata nel taschino d’un panciotto del padre, morto improvvisamente da sei anni. Piccolissima, con l’impugnatura di madreperla e tutta lucida e viva, le era parsa un gingillo, tanto più carino in quanto nel suo grazioso congegno racchiudeva il potere di dare la morte. E più d’una volta, mi confidò, in qualche non raro momento che il mondo tutt’in-