Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/230

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lei, da buon giudice, s’è tracciati e imposti per comporre la sua scrupolosissima coscienza. Possono crollare, sa? in un momento di tempesta come quello che ha avuto la signorina Anna Rosa. Che rapina? Eh, quella della gran fiumana, signor giudice! Lei l’ha incanalata bene nei suoi affetti, nei doveri che s’è imposti, nelle abitudini che s’è tracciate; ma poi vengono i momenti di piena, signor giudice, e la fiumana straripa, straripa e sconvolge tutto. Io lo so. Tutto sommerso, per me, signor giudice! Mi ci sono buttato e ora ci nuoto, ci nuoto. E sono, se sapesse, già tanto lontano! Quasi non la vedo più. Si stia bene, signor giudice, si stia bene!

Restò lì, stordito, a guardarmi come si guarda un malato incurabile. Sperando di scomporlo da quel penoso atteggiamento, gli sorrisi; sollevai dalle gambe con tutt’e due le mani la coperta e gliela mostrai ancora una volta, domandandogli con grazia:

— Ma davvero, scusi non le sembra bella, così verde, questa coperta di lana? —