Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/231

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§ 3. Remissione.


Mi consolavo con la riflessione che tutto questo avrebbe facilitato l’assoluzione d’Anna Rosa. Ma d’altra parte c’era lo Sclepis che più volte con un gran tremore di tutte le sue cartilagini era accorso a dirmi ch’io gli avevo reso e seguitavo a rendergli più che mai difficile il còmpito della mia salvazione.

Possibile che non mi rendessi conto dello scandalo enorme suscitato con quella mia avventura, proprio nel momento che avrei dovuto dar prova d’avere più di tutti la testa a segno? E non avevo, invece, dimostrato che aveva avuto ragione mia moglie a scapparsene in casa del padre per l’indegnità del mio comportamento verso di lei? Io la tradivo; e solo per farmi bello agli occhi di quella ragazza esaltata avevo protestato di non volere più che in paese mi si chiamasse usurajo! E tanto era il mio accecamento per quella passione colpevole, che avevo voluto e m’ostinavo a voler rovinare me e gli altri, con tutto che per poco non m’era costata la vita, questa colpevole passione!

Ormai allo Sclepis, di fronte alla sollevazione di tutti, non restava che riconoscere le mie deplorevoli colpe, e per salvarmi non vedeva più altro scampo che