Pagina:Pisacane - Saggio sulla rivoluzione.djvu/232

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neranno ai loro satelliti. Ognuno, in buona fede, crede che le proprie idee riescano di gran beneficio al paese; e però se avrà la forza d’imporle le imporrà. Lasciamo a tutti libertà di proporre i proprii pensieri, ed a nessuno facoltà d’imporli. L’uomo creato indipendente e libero non dovrà mai servire un altro uomo, ma solo la propria natura, ed il proprio meglio; e se in virtù di questa legge nelle specialità, conviengli alla direzione de’ migliori sottoporsi, non dovrà mai, in forza della legge medesima, lasciare che altri stabilisca i rapporti della società di cui fa parte, e dia norma a tutto il suo vivere. I diritti di ognuno limitano di fatto la sfera d’azione de’ diritti altrui, le naturali inclinazioni ne distribuiscono le incombenze, e da questa libertà che altri limiti non conosce che l’altrui libertà, ne risulta l’armonia sociale. Chiunque pretende governarmi, chiunque pretende che io mi uniformi alle sue idee, alle sue abitudini, è uno stolto tiranno. Ad ottenere ciò dovrebbe trasfondere in me la sua sensibilità, le sue idee.

Or dunque, considerando questi veri come i punti di riscontro del nostro avvenire, verremo traducendoli m pratica esponendo le provvidenze, che sul retto sentiero indirizzeranno la rivoluzione, assicurando sin dai primi istanti il suo magnifico e semplicissimo procedere:

1.° Tutte le leggi, i decreti, le cariche, le incombenze insomma, tutte le esistenti istituzioni sociali, rimangono da quest’istante annullate.

a) Ogni contratto il quale non sussiste per la libera volontà delle due parti contrattanti, è sciolto;
b) Le tasse ed ogni specie di gravezze, imposte dal passato governo, sono annullate. Non vi sarà che un’imposta unica sulla ricchezza, da un congresso italiano ripartita sui comuni, dai consigli comunali ripartita sui cittadini.