Pagina:Pisacane - Saggio sulla rivoluzione.djvu/29

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istinto, e le leggi di natura, avvi il medesimo rapporto che passa fra una lettera dell’alfabeto e la scienza. Per il che la legge del moto, della vita, è evidente: il moto è una serie non interrotta di azioni, le quali sono effetti erronei dell’istinto, che più tardi la ragione corregge, quello deviando, questa avvicinandosi alle leggi di natura. Inoltre le condizioni, e le relazioni degli uomini, la costituzione sociale insomma, è l’effetto dell’azione degli uomini, gli uni verso gli altri; dunque le costituzioni delle società sono effetto dell’errare dell’istinto, che la ragione corregge avvicinandole sempre alle leggi magistrali della natura. Svolgeremo più diffusamente cotesta idea.

Seguendo l’istinto, l’uomo che trovasi sotto una sensazione dolorosa, cerca tutto ciò che allevia il dolore, che distrugge la causa del male; nè riflette se il rimedio dall’istinto suggerito, svolgendo in seguito le sue occulte proprietà, possa cagionare un male maggiore del presente; ricalcitra con esso, e ciò basta. Con questa leggo che risulta dall’indole sua l’uomo costituisce la società e muta la costituzione di essa.

Intanto ad ogni nuova costituzione accettata dagli istintivi desiderii del popolo, esiste sempre un utile immediato, causa di coteste aspirazioni e quindi nei primi istanti, rinfrancata da un tale utile, la società prospera. L’ulcera che dovrà roderla, è nascosta, è appena in germe, i mali non sono sensibili. In tale stato la ragione, non ancora costretta dal dolore a studiare i mali, segue ciecamente l’istinto, ed essendo costretta a serpeggiare nei suoi angusti giri, e comparando e studiando i rapporti delle cose in quelle condizioni che l’errore dominante la sociale costituzione le ha stabilite, risultano i pregiudizii e le opinioni, che un giorno dovranno tiranneggiare questa società, e pur non di meno in quest’epoca, la ragione siccome segue