Pagina:Poe - Eureka, 1902.djvu/77

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EUREKA 11 il quale e accompagnato da un maggiore o minor numero di pianeti, più o meno grandi, la cui luminosità sempre tardiva non è sufficiente per renderli visibili a noi ad una distanza cosi immensa, ma che, ciò non ostante, girano, accompagnati da lune, intorno al loro centro stellare, obbedendo ai principi già spiegati — obbedendo alle tre leggi di rivoluzione onniprevalente — alle tre leggi immortali dannale dall’imaginativo Kepler, e dimostrate soltanto in seguito e spiegate dal paziente c matematico Newton. In una certa tribù di filosofi che si vantano eccessivamente di basarsi su fatti positivi, è veramente troppo alla moda di motteggiare su tutte le speculazioni col comprensivo soprannome di « opera congetturale ». Ma il punto che si deve considerare è, chi congettura. Congetturando con Platone, noi occupiamo il nostro tempo in uno scopo migliore, ora e sempre, che ascoltando una dimostrazione di Alcmeone. In molti lavori di Astronomia io vedo distintamente stabilito che le leggi di Kepler sono le basi del grande principio della Gravitazione. Questa idea deve essere nata dal fatto che la divinazione che ebbe Kepler di queste leggi e te sue prove a posteriori che avevano un'esistenza positiva, condussero Newton a spiegarle per mezzo dell’ipotesi della Gravitazione e finalmente a dimostrarle a priori come conseguenze necessarie dei principi ipotetici. Cosi le leggi di Kepler, ben lontane dall'essere le basi della legge di Gravità, hanno la legge di Gravità per loro base — ciò che avviene, in vero, di tutte le leggi dell’Universo materiale Che non si riferiscono soltanto alla Repulsione. La distanza media della Terra dalla Luna — cioè dal corpo celeste più vicino a noi — è di 237 000 miglia. Mercurio, il pianeta più vicino al sole, è distante da esso 37 milioni di miglia. Venere, che lo segue, rotea ad una distanza di 08 milioni: — la Terra, che vien dopo, ad una distanza di 95 milioni: — Marte, poi, ad una distanza di 144 milioni. Poi vengono gli otto asteroidi iCerere, Giunone, Vesta, Pallade, Astrea, Flora, Iride ed EbeJ ad una distanza media di circa 250 milioni. Poi abbiamo Giove distante 490 milioni; poi Saturno 900 milioni; poi Urano 1900 milioni; finalmente Nettuno, ultimamente scoperto, e girante ad una distanza, dico, di 2800 milioni. Lasciando Nettuno fuori di causa, che fino ad ora noi conosciamo poco, e che è probabilmente un pianeta di un sistema di Asteroidi — si vedrà che, entro berti limiti, esiste un ordine di intervalli tra i pianeti. Parlando approssimativamente, noi possiamo dire che ogni pianeta esterno è lontano dal Sole due volte quanto il pianeta interno che lo precede. Non potrebbe l'ordine qui mentovato — non potrebbe la Ugge di Bode essere dedotta dalla considerazione dell'a ' natogia che ha luogo, come Ju da me suggerito, tra la