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EUREKA 86 nessuna reciprocità. L'eiTello non reagisce sulla causa, l’intenzione non cambia i rapporti coll’oggetto. Nelle costruzioni Divine l’oggetto è o disegno od oggetto, come preferiamo — e noi possiamo prendere, in qualunque momento, una causa per un effetto o il contrario — cosicché noi non possiamo mai assolutamente decidere qual’è l’una e quale l’altra. Per dare un esempio: — Nei climi polari la struttura umana, per mantenere il suo calore animale, abbisogna, per la combustione nel sistema capillare, di un abbondante supplemento di cibo molto azotato, appunto come l'olio di balena. Ma inoltre: — nei climi polari il solo cibo che sia concesso all’uomo è l’olio di numerose foche e balene. Ora l’olio è stato messo alla portata dell’uomo perché imperiosamente domandato o è l’unica cosj. domandata perchè è 1’ unica cosa che potesse ottenere ? È impossibile decidere. Vi è un’assoluta reciprocità di adattamento. Il piacere che noi ricaviamo da ogni manifestazione del genio umano è in ragione dell’approssimazione con questa specie di reciprocità. Nella costruzione di un intreccio, per esempio, in una finzione letteraria dobbiamo mirare ad aggiustare gl’incidenti in guisa tale che noi stessi non saremmo capaci di determinare di ciascuno di essi, se dipende da un altro qualunque o se lo sostiene. Naturalmente in questo senso una perfezione d'intreccio è realmente o praticamente irraggiungibile — ma solo perchè è un’intelligenza finita che lo costruisce. Gl’intrecci di Dio sono per- ì’etti. L’Universo è un intreccio di Dio. Ed ora noi siamo giunti ad un punto in cui l’intelletto e forzato di nuovo a lottare contro la sua propensione per l’inferenza analogica — contro la sua monomania di afferrare l’infinito. Noi abbiamo già visto delle lune giranti attorno a dei pianeti; dei pianeti attorno a delle stelle; e il poetico istinto dell’umanità — il suo istinto simmetrico, se la simmetria non fosse che una simmetria superficiale; — quest’ istinto che l’Anima, non solo dell’Uomo ma di tutti gli esseri creati, ha tratto dai principi della base geometrica dell’irradiazione Universale — ci spinge a imaginare una infinita estensione di questo sistema di cicli. Chiudendo i nostri occhi tanto alla deduzione quanto aW'induzione, noi ci ostiniamo ad imaginare una rivoluzione di tutti i corpi che compongono la Galassia attorno ad un gigantesco globo che consideriamo come perno centrale di tutto. S’imagini che ogni gruppo nel gruppo dei gruppi sia naturalmente provvisto e costrutto in una maniera uguale; affinchè 1’« analogia » non faccia difetto in nessun punto, noi giungiamo fino a concepire questi gruppi stessi, come giranti attorno ad una sfera sempre più maestosa; — quest’ultima, a sua volta, coi gruppi che la circondano, forma una delle sempre più