Pagina:Poe - Eureka, 1902.djvu/88

Da Wikisource.

88 EUREKA mente l’idea di un globo centrale attorno al quale si effettuerebbe questa rivoluzione: - lino a questo punto l'astronomo era coerente. Questo globo centrale, tuttavia, dovrebbe essere dinamicamente maggiore di tutti i globi che lo circondano presi insieme. Vi sono circa 100 milioni di questi globi. «Allora perchè», si era domandata naturalmente, «perchè non vediamo noi questo grande sole centrale — uguale almeno di dimensione a 100 milioni di soli come il nostro — perchè non lo vediamo noi — noi specialmente che occupiamo la regione media del gruppo — la vera località vicino alla quale, ad ogni modo, deve essere situata quest’ incom- paraoile stella ? » La risposta fu pronta. — « Essa deve essere non-luminosa come lo sono i nostri pianeti. » Qui poi per adattarsi ad uno scopo l’analogia è, ad un tratto, venuta meno. Si poteva dire: « Sappiamo che dei sol,; non-luminosi ne esistono realmente. Ma non così. » E vero che abbiamo qualche ragione di fare quest’ipotesi, ma non abbiamo certamente alcuna ragione qualsiasi di supporre che i soli non-luminosi in questione siano circondati da soli luminosi, mentre questi a lor volta sono circondati da pianeti non-luminosi: — ed è precisamente tutto ciò di cui Màdler è costretto a trovare qualche cosa di analogo nei cieli — perchè questo è precisamente tutto ciò che egli imagina a proposito della Galassia. Ammettendo che le cose siano cosi, non possiamo fare a meno di figurarci in quale triste imbarazzo si debbano trovare tutti i filosofi dell'a priori alla domanda: perchè è così ? Ma ammettendo anche, malgrado l’analogia e qualunque altra cosa, la non-luminosità del grande globo centrale, noi possiamo chiedere come mai questo globo cosi enorme non sarebbe reso visibile dai fasci di luce gettati su di esso da 100 milioni di gloriosi soli raggianti in tutte le direzioni intorno a lui. Davanti all’incalzare di questa domanda, l'idea di un sole centrale positivamente solido sembra che in qualche modo sia stata abbandonata; e la teoria continua ad asserire che i sistemi dei gruppi effettuano la loro rivoluzione semplicemente intorno ad un centro di gravità immateriale comune a tutti. Qui di nuovo, per adattarsi ad uno scopo, l'analogia è venuta meno. 1 pianeti del nostro sistema girano, è vero, attorno ad un centro di gravità comune; ma essi lo fanno in relazione con, e in conseguenza di un sole materiale la cui massa fa più che controbilanciare il resto del sistema. Il circolo matematico è una curva composta di un’infinità di linee rette. Ma quest’idea del circolo — un'idea che, dal punto di vista di ogni geometria ordinaria, è semplice- mente l’idea matematica come opposizione dell'idea pratica —■ è, a rigor di termine, l’unica concezione pratica che abbiamo diritto di accettare riguardo al maestoso cir-