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EUREKA 95 ]’asSe più corto è decrescente, l'orbita passa dal cerchio al- l’eilisse e per conseguenza decresce pure ; ma dopo una lunga serie di secoli si raggiungerà l’estrema eccentricità; allora l asse più corto comincierà ad aumentare finché 1 orbita diverrà un circolo, poi il processo di diminuzione avrà luogo di nuovo e così via per sempre. Nel caso della Terra l'orbita passa dall'ellisse al circolo. 1 fatti dimostrati cosi sopprimono ogni necessità di supporre un etere e, naturalmente, ogni apprensione per l’instabilità del sistema che riguarda l'etere. Si ricorderà che io stesso ho ammesso ciò che noi possiamo definire un etere. Ho parlato di una sottile influenza che, come sappiamo, accompagna sempre la materia, sebbene diventi manifesta solo per mezzo dell eterogeneità della materia, lo ho attribuito a quest’ influenza, senza speranza di giungere a spiegare, anche con alcuni sforzi, la sua terribile natura, i vari fenomeni di elettricità, di calore, di luce, di magnetismo e inoltre — di vitalità, di coscienza e di pensiero — in una parola, di spiritualità. Si vedrà subito, allora, che l’etere così concepito è radicalmente distinto dall’etere degli astronomi, in quanto che quello è materia ed il mio non lo è. Cosi, coll' idea della scomparsa dell’etere materiale, sembra contemporaneamente scomparire l’idea di quell'agglomerazione universale presentita dall’imaginazione poetica del genere umano — agglomerazione alla quale una sana Filosofìa avrebbe potuto prestar fede senza timore, almeno fino ad un certo punto, se fosse stata presentita senza nes- sun’altra ragione che quest' imaginazione poetica. Ma per quanto l’Astronomia — per quanto la semplice Fisica abbiano parlato, pure non si può concepire nessuna fine al ciclo dell’ Universo. Se anche si fosse dimostrato questa fine per mezzo di una causa cosi puramente collaterale come è l’etere, l’istinto Umano della Divina potenza di adattamento si sarebbe ribellato contro questa dimostrazione. Noi saremmo stati obbligati a considerare 1’ Universo con un certo senso d’ insoddisfazione come noi proviamo contemplando un inutile e complicato lavoro dell’arte umana. La creazione ci avrebbe interessato come un imperfetto intreccio in un romanzo il cui scioglimento è avvenuto stupidamente per mezzo d’incidenti esterni ed estranei al soggetto principale che s’interpongono invece di scaturire dal profondo della tesi, dal cuore dell’ idea dominante, invece di sorgere come un risultato della prima proposizione, come parte integrante inseparabile ed inevitabile della concezione fondamentale del libro. Ora si capirà più chiaramente che ,cosa io intenda dire per simmetria puramente superficiale. E semplicemente per mezzo delle lusinghe di questa simmetria che noi siamo