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150 poemetti allegorico-didattici


     Havin un’altra, che Topazio ha nome, 26
ed è la sua vertude molto casta,
e dove nasce dicerovi, come
vertudios’è assai, chi non la guasta;
ha color d’auro a splendiente lume;
la sua vertude affredda chi la tasta;
ed in Arabia nasce e lá si cria.
Somiglia d’onestá la ddonna mia,
ch’a lo calor superfruo contasta.

     Havi una pietra c’ha nom Grisopasso, 27
color di porro, e son d’oro gottati;
di dir le sue vertute i’ mi ne passo;
son a color di polpor simigliati.
Quella di cui laudar mai non m’allasso,
co li brondi cavelli inanellati,
lo tien ne la corona per bellezza,
poi che di sue vertú non ci ha contezza:
istá fra gli altri colori intagliati.

     Dei Giacinti ve n’ha di due colori, 28
due ’n qualitá, vinetici e citrini;
e li granati son rossi e migliori,
in corrott’aire boni a’ cittadini;
li vinetici hanno altri valori,
e chi li porta in bocca, son fredddini;
lo lor propio colore è come cera,
e mutasi per l’aire scura e clera:
secondo l’aire son turbi e sereni.

    Èvi Amatisto a cinque qualitadi, 29
di rosa e di viola e polporino;
la sua vertude è bona all’ebrietadi,
somiglia goccia d’acqua mista ’n vino;
gemm’è di gran bellezza e bontadi