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Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/158

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     Or mentre di stupor vinto, e sospeso
Non so s’io veglio, o dormo; e d’alto a basso
Vo mirando quel mur, sì bene inteso,
     La licenza poetica ad un sasso
Legò la mula, acciocchè con le zampe
Non mettesse il giardin tutto a fracasso.
     Poi disse entriamo, e se per caso inciampe
Non ti smarrire, e tirati da banda,
E danne colpa a i correttor di stampe;
     Intanto un uom di faccia veneranda
Mi si fe’ incontro, e disse, ancora vui
Volete ser Poeta la ghirlanda?
     Buonagiunta da Lucca era costui,
Dal qual per rinfrescarmi a la moderna,
Ne la cucina pria menato fui.
     In questa pulitissima taverna,
Residenza di guatteri, e di cuochi,
Era di tutti gran maestro il Berna,
     E dispensava le faccende, e i lochi;
Là si cocean pasticci in picciol forno,
E quà le torte a i temperati fochi.
     Non avea ’l muro altri corami intorno,
Se non che di bianchissima incrostata
Di più ricotte il Varchi l’avea adorno:
     Qui la Crapula Dea tutta allardata,
Sopra un carro di zuccaro guarnito,
Da due capponi arrosto cera tirata.