Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/23

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Surgono instrutte nei serení campi,
Quando rapiti da discordia, ed ira
Sono i lor Re, poichè non cape il Regno
Due Regi, fin nei pargoletti insetti;
A te bisogna gli animi del volgo,
I trepidanti petti, e i moti loro
Vedere innanzi al maneggiar dell’armi;
Il che dinota un marzial clangore,
Che, come fosse il suon della trombetta,
Sveglia, ed invita gli uomini a battaglia.
Allor concorron trepide, e ciascuna
Si mostra nelle belle armi lucenti;
E col dente mordace gli aghi acuti
Arrotando bruniscon, come a cote,
Movendo a tempo i piè, le braccia, e ’l ferro
Al suon cruento dell’orribil tromba;
E stanno dense intorno al lor Signore
Nel padiglione, e con voce alta, e roca
Chiaman la gente in lor linguaggio all’arme.
Poi, quando è verde tutta la campagna,
Esconsi fuor delle munite mura,
E nell’aperto campo si combatte.
Sentesi prima il crepitar dell’arme
Misto col suon delle stridenti penne,
E tutta rimbombar l’ombrosa valle.
Così mischiate insieme fanno un groppo,
E vanno orribilmente alla battaglia,