Pagina:Poemetti italiani, vol. III.djvu/30

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     Dimandata da Dio perchè li cheggia
Mercè, che a lei più grave ognor si faccia:
Non è, diss’ella, ch’io ’l mio mal non veggia;
     Ma vuo’ piuttosto adosso, e su le braccia
Tor sì gran peso tutti gli anni miei,
Che non poter schifar quando mi piaccia,
     Un mal vicin. Che dunque dir potrei
De’ tempi nostri, se da quei d’Adamo
Già s’ebbe tema de’ vicini rei?
     Ma acciò che quel poder, che noi cerchiamo
Innanzi che si trovi, non ne stanchi,
Riposiamoci un poco, e poi torniamo,
Che avrem più forza ai piè, più lena ai fianchi.