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Tal sopra il palco i portamenti, il volto
Atteggiando, ora al duolo, ora al terrore,
Ora alla gioja, ed ai ridenti scherzi
Seppe volgere i cori ove a lui piacque,
E a cui fin dagli Elisi con soave
Fremito di piacer spesso fer plauso
Quei, che per lui tornavano i felici
Raggi a mirar del dì, spiriti ignudi.
     Fermossi avanti all’onorata Tomba
Il cocchio, e tosto dal marmoreo seggio
Messe il canoro Spirto, e al Nume augusto
Padre de’ carmi riverente in atto
Piegò la fronte. Il biondo Dio si volse
Tosto ver lui col lume d’un sorriso,
E l’invitò del deiforme carro
Allo splendido seggio. Allor l’alata
Fantasia stese a lui la destra amica,
Ed a salire alla gemmata fede
Gli porse aita. O tu fra’ miei più cari,
Stringendoselo al seno, Apollo disse,
O ben amato Figlio, in questo giorno
Sacro al tuo dì natale, e in Pindo sempre
Licto e sempre onorato, il sai, son uso
Visitar la tua Tomba, e de’ più scelti
Fior di Permesso a te recare in dono
Non caduche ghirlande. O quale, o Figlio,
Splendido dono oggi ti reco! dono