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Pagina:Poemi (Byron).djvu/100

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98 il corsaro

» Or tu vedrai se man di donna è ferma;
» Mie son le guardie, anco un istante, e tutto
» Fia compiuto.... Corsar!....salvi, o più mai
» Non ci vedrem.... Se mal securo il braccio
» Erra,.... la nube del mattin fia coltre
» Al tuo supplicio, e a la mia spoglia.»

IX.

                              Volge
Le terga, e si dilegua; indarno tenta
Corrado favellar; sol quanto puote
Collo sguardo la segue, e poi coll’una
E l’altra man raccoglie la catena,
Sì che meno l’intrichi, e men tintinni,
E or che chiave, o cancel i passi suoi
Più non arresta, me’ che sue ritorte
A le membra il concedono, si tragge
Ratto di là; ma negro, e procelloso
È il Ciel, la via mal certa, e non armato
Che veglj, quì lampa non arde; fosco
Sol da lunge un baglior....Oh, fia ch’e’ il segua?
O l’indistinto pallido barlume
Dèe più cauto fuggir? Nol sa: dubbiezza
Guida il suo piè; s’innoltra infin che sente