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Pagina:Poesie (Carducci).djvu/1019

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rime e ritmi 993

cosí per le tue piazze dilette dal sole, o Ferrara
     il nuovo peregrino tende le orecchie e ode
da’ marmorei, palagi su ’l Po discendere lenta
     16processïone e canto d’un fantastico epos.

Chi è, chi è che viene? Con piangere dolce di flauti,
     tra nuvola di cigni volanti da l’Eridano,
ecco il Tasso. Lampeggia, palazzo spirtal de’ dïamanti,
     20e tu, fatta ad accôrre sol poeti e duchesse,
o porta de’ Sacrati, sorridi nel florido arco!
     d’Italia grande, antica, l’ultimo vate viene.
Ei fugge i colli dove monacale tedio il consunse,
     24ei chiede i luoghi dove gioventù gli sorrise.
Castello d’Este, in vano d’arpie vaticane fedato,
     abbasso i ponti, leva l’aquila bianca. Ei torna.
Non Alfonso caduco gli mova a l’incontro, non mova
     28Leönora, matura vergine senz’amore;
ma Parisina ardente dal sangue natal di Francesca,
     che del vago Tristano legge gli amori e l’armi;
ma, posando la destra su ’l fido levrier, Leönello
     32verde vestito; parla di Cesare al Guarino.