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Pagina:Poesie (Carducci).djvu/1021

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rime e ritmi 995

Ov’è che a lutto del fanciullo amato
lai lunghi il re de’ Liguri levando
tra le populee meste fronde e l’ombra
                             56de le sorelle

vecchiezza indusse di canute piume,
e abbandonata la dogliosa terra
seguí le belle sorridenti in cielo
                             60stelle co ’l canto?

Perpetuo quindi un gemito vagava
su la tristezza di Padusa immota
ne le fósche acque. I Liguri selvaggi
                         64spingean le cimbe

lungo ululando in negre vesti, o sopra
i calvi dossi a l’isole emergenti
in solchi per il desolato lago
                          68sedean cantando

lugubremente dove Argenta siede
oggi. Né ancora Dïomede avea
di delfic’ oro e argivo onor vestita
                           72d’Adria reina

Spina pelasga. Ahi nome vano or suona!
Sparí, del vespro visïone, in faccia
a la sorgente con in man la croce
                           76ferrea Ferrara.