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ALLA MARCH. MALASPINA DELLA BASTIA 39

alla marchesa

ANNA MALASPINA DELLA BASTIA


Contenuto: Questi versi divini dell’Aminta, dettati a Torquato da Amore, dedico, o Anna, a te e alla tua figlia nel dí delle sue nozze; perocchè nulla piú si conviene ai misteri d’amore di volume amoroso, e nulla piú della poesia può riuscir grato a’ Malaspina (1-22). Essi, in fatti, ospitarono cortesemente l’esule Alighieri, che nella tranquillità della loro casa poetò e che, grato agli antichi benefattori, infonde nel cuore dei nipoti di essi il santo amore delle Muse (22-55). N’è prova la protezione che tu, o eccelsa donna, desti a Comaute, che fu in Parma quando vi rifiorirono, sotto gli auspici di Ferdinando, le arti e le scienze (56-91), e vi splendé il mio dotto Paciaudi, che mi sarà acerba e onorata rimembranza per sempre (92-97). Ombra diletta, se laggiú nell’Eliso vedi Torquato, salutalo per me e digli delle cure ch’io ho poste nella novella edizione del suo Aminta, e anche del bel nome che le accresce splendore (97-113). Egli ne sarà ben lieto, e solo si dorrà che Anna non sia vissuta a’ tempi suoi, chè certo avrebbe trovato in lei una valida protettrice contro le ingiurie degli uomini e della sorte (113-130). — La marchesa Marianna (Annetta) Malaspina, figlia di Azzo Giacinto dei signori di Mulazzo e della n. d. Lucrezia di Scipione Avogadro di Brescia, sposò nel 1747 il march. Giovanni, ch’era figlio di Serafino Malaspina della Bastia e della contessa Teresa Borri di Parma, e che morí in questa città il 6 gennaio 1783. Da tale matrimonio nacquero cinque femmine, due delle quali morirono una celibe, l’altra bambina. Delle tre altre, Enrichetta andò sposa, nel 1769, al march. Demofilo Paveri di Piacenza, gran scudiere di Ferdinando di Borbone; Adelaide, nel 1775, al conte Alessandro Arrivabene di Mantova; Giuseppina Amalia (quella che a noi importa), nel 1783, al conte Artaserse di Leonardo Baiardi (non Boiardi) di Parma. A perpetuare la memoria di queste ultime nozze il celebre tipogr. saluzzese Gian Battista Bodoni (1740-1813) pubblicò l’anno appresso una splendida ediz. dell’Aminta di T. Tasso curata dall’ab. Pier Antonio Serassi (Parma, colla data di Crisopoli, 1789), e pregò il Monti che a nome suo ne scrivesse la dedica ad Anna. Altre maravigliose ediz. dell’Aminta fatte dal Bodoni sono una del ’93 e due del ’96. La prima ediz. contraffece (nel 1792, ma con la data dell’89), per fini industriali, Giuseppe Bodoni, fratello e collaboratore di G. B. Cfr. Gamba, p. 283 e Graesse, p. 37. Tornando ad Anna, è a sapere ch’essa, donna di straordinaria bellezza, di colto ingegno, generosa, ma piena d’orgoglio, fu lo splendore della corte borbonica al tempo del duca Filippo (1720-1763), che l’aveva prescelta a dama di compagnia di sua moglie Luisa Elisabetta di Francia; e anche di Ferdinando (1751-1802), almeno nel principio. Fiorí allora in Parma, tra gli altri, C. I. Frugoni (cfr. la nota al v. 56), che cantò la sua bella protettrice, la Malaspina, in mille modi e volle ch’ella fosse inscritta all’Arcadia, col nome di Fiorilla Deianeia. E Fiorilla compose anche qualche verso. Fu amicissima dell’illustre ministro di quella corte Guglielmo Du-Tillot (1711-1774), che aveva saputo, colle sue provvide leggi e disposizioni, rendere Parma il centro del