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64 | IN MORTE DI UGO BASSVILLE |
35E la Discordia pazza il capo avvolta1
Di lacerate bende e di serpenti.
Vi son gli orbi Desiri, e della stolta
Ciurmaglia i Sogni e le Paure smorte
Sempre il crin rabbuffate e sempre in volta.
40Veglia custode delle meste porte
E le chiude a suo senno e le disserra
L’ancella2 e insieme la rival di Morte;
La cruda, io dico, furibonda Guerra
Che nel sangue s’abbevera e gavazza
45E sol del nome fa tremar la terra.
Stanle intorno l’Erinni3, e le fan piazza,
E allacciando le van l’elmo e la maglia
Della gorgiera4 e della gran corazza;
Mentre un pugnal battuto alla tanaglia
50De’ fabbri di Cocito5 in man le caccia,
E la sprona e l’incuora alla battaglia
Un’altra furia6 di piú acerba faccia,
Che in Flegra7 già del cielo assalse il muro
E armò di Brïareo le cento braccia;
55Di Dïagora poscia e d’Epicuro8
Dettò le carte, ed or le franche scuole
Empie di nebbia e di blasfema impuro9,
E con sistemi e con orrende fole
Sfida l’Eterno10, e il tuono e le saette
60Tenta rapirgli e il padiglion del sole11.
Come vide le facce maledette,
61. facce maladette
- ↑ Il capo avvolta: cfr. la nota al v. 19.
- ↑ ancella, perché aiuta la morte ad uccider gran quantità di uomini; — rival, perché ne uccide piú la guerra che qualsiasi malattia. Ariosto XII, 80: «Pel campo errando va morte crudele In molti, vari, e tutti orribil volti, E tra sé dice: In man d'Orlando valci Durindana per cento di mie falciui».
- ↑ l’Erinni: le tre Furie. — le fan piazza: le fan largo attorno.
- ↑ gorgiera: collaretto di ferro che difendeva la gola.
- ↑ battuto ecc.: fabbricato in inferno. Ariosto, II. 42: «Temprato all’onda ed allo stigio foco».
- ↑ Un'altra furia: l’irreligione.
- ↑ Che in Flegra ecc.: cfr. la nota al v. 467 della Musog.
- ↑ Di Dïagora ecc.: “Fu questo Diagora [fiorí circa nel 450 av. C.] il piú ardito ateista di tutta l’antichità. Egli scrisse dei libri per provare clie un Dio è un essere impossibile; perloché gli Ateniesi, inorriditi di queste massime, lo cercarono a morte...: e il decreto che lo dichiarava infame fu scolpito sopra una colonna di bronzo. — In quanto ad Epicuro [342-270 av. C.], fra le molte dispute che si sono fra i dotti eccitate sopra i suoi dogmi, abbiasi ognuno l’opinione che piú gli piace. Basta che in ciò solo si convenga, che la dottrina di questo filosofo è passata in un pessimo proverbio, e che risuscitata nei dolci versi di Lucrezio, e in tanti libri francesi, è divenuta una delle piú fatali alla purità della morale evangelica». Mt. Cfr. Cicerone De fin. I. ix, 21. Tusc. V, 30, De Nat. D. I, 25 ecc.
- ↑ di nebbia ecc.: di oscuri sistemi filosofici e di bestemmie.
- ↑ Sfida l’Eterno: Cfr. la nota al v. 325, c. III.
- ↑ e il padiglion del sole: Salmi, XVIII, 5: «ha
Purg. xxiii, 28: «Pallida nella faccia e tanto scema, Che dall’ossa la pelle s'informava». Cfr. anche Ovidio Metam. VIII. 803 e Salmi CI, 6.