Pagina:Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi tra le pastorelle arcadi Lesbia Cidonia, 1820.djvu/185

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     Ombra del Savonese a verdi allori
     45Che velavanti il crine, all’aurea cetra
     Che in man reggevi, e più a quel vivo aspetto
     Di cui sovente io venerai la immago
     Ben ti conobbi, e ben sentii che a pochi
     Sol più cari ad Apollo eletti Spirti
     50Lice il canto tentar, là ve sì spesso
     E le marine, e le silvestri Dive
     Corsero a udirti, e di stupor ripiene
     De’ focosi inni tuoi fer plauso al suono.
     Oh dì felici, che di quello in seno
     55Trassi libero suol d’affanni sgombra,
     E novella bevendo aura di vita!
     Ma da sì cara sede ahi! troppo presto
     Allontanarmi è forza, e già su lieve
     Legno salpando al mar mi affido, e parto,
     60E sol col guardo fiso il lido amato
     Io seguo ancor, che fugge, e si dilegua.
     Splende tranquillo il Cielo, e senza nube,
     Ed un’aura seconda increspa l’acque,
     Che percosse da remi mormorando
     65Mi portano veloce. In ogni parte
     Volan qua e là sovra l’instabil piano
     Baldanzose barchette, aperte vele
     Quasi liete compagne al mio viaggio
     Folle chi crede del Nettunio regno