Pagina:Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi tra le pastorelle arcadi Lesbia Cidonia, 1820.djvu/186

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     70Alle infide lusinghe. Oh come tutto
     Cambiossi al sorger della nuova aurora
     Di tenebroso chiusa infausto velo!
     Escon dal carcer loro i più rabbiosi
     Figli d’Eolo mugghiando; il mar s’innalza
     75E flagellando la smarrita prora
     Dal diritto cammin fuor la trasporta;
     Vela, o remo non val; di prodi, esperti,
     Nerboruti nocchieri è vana ogni opra;
     Ovunque io spingo il guardo altro non vedo
     80Che sossopra sconvolte onde frementi,
     E tetri scoglj, ed inaccesse rupi,
     E a quanti ho intorno un gelido timore,
     Che mal celar si puote, io leggo in fronte.
     Oh come allor de’ miei paterni colli
     85La pace sospirai, ove dell’aure
     Sol si sente il garrir entro alle frondi,
     E di qualche ruscello il mormorìo
     Che tra muscosi sassi il corso rompe;
     Ma il lido ecco si appressa, ecco lo afferra
     90Il faticato legno, e tutti a gara
     Balziam festosi in sulla ferma arena.
     Lieto forse così poichè molt’ebbe
     Cesare all’onde contrastato, e ai venti
     Coll’affannato Amicla al fin trovossi
     95Salvo di Epiro in quelle stesse rive