Pagina:Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi tra le pastorelle arcadi Lesbia Cidonia, 1820.djvu/21

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ad essi un nuovo teatro in Verona, ove chiamaronla l’amore e la stima de’ suoi cugini i Pompei, e deve in lor casa trovò nuovo pascolo all’amicizia e all’ingegno, come nella città quella gloria perenne de’ monumenti antichi e moderni, e di quegli spiriti più sublimi, che facean sì nobil corona, e la perpetua novella fama immortal d’un Maffei. Quai uomini illustri dovrei qui ricordare1, che oggi risplendono di tanta luce nell’agon letterario, e che allora a vicenda con Lei s’infiammarono di nuovo ardore, onde uscirono i più splendidi versi, e i più eleganti, vincendo ella alfin que’ ritegni di sua modestia, e timidità, che sino allora gli avea tra l’ombre tenuti. Non dobbiam noi qui ringraziarti, o bella Verona, d’aver tanto plauso a Lei fatto e spiratole tanto coraggio, per cui sentì anch’essa la forza benefica di quel tuo clima felice, cui debbo anch’io l’ispirazione dell’opere mie meno spregevoli, o più fortunate a quella stagion medesima di sì cara ed acerba ed onorata memoria ai Veronesi?

Tornata in patria cinta di quegli allori non potò più celarsi al pubblico, e seguì