Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/104

Da Wikisource.

( 102 )

415La qual di Monferrato all’erme balze
Co’ pargoletti suoi vedova geme,
Da illustri masnadieri assedïata.
     Solinga intanto ecco Ildegarde. E voti
Per la salute dello sposo alzando,
420E per la sua vittoria, e pel ritorno,
Pur trema che allorquando ei dalle pugne
Rieda di Monferrato, incontro al sire
Del vicino castel rompa la guerra.
     Un dì mirando quel castel, le cade
425Nell’animo un pensiero; ― E s’io medesma
Colà traessi, e mia nobil fidanza
Vincesse il cor della romana altera
E del truce baron? —
                                               V’ha certi miti
Senni, e tal era d’Ildegarde il senno,
430Che pur sono arditissimi, e formato
Gentil proposto, se pur arduo ei paia,
Tentennan poco, ed oprano. Tranquilla
Il seguente mattin, poichè alla messa
Nel delubro domestico ha innalzato
435Il femminil suo spirto appo lo Spirto
Che regge i mondi e agli atomi dà forza,
Ildegarde s’avvia sovra il suo bianco
Palafreno seduta. A lei corteggio