Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/18

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     60D’Insubre cavalier venne la fama,
     La fama d’Ugonel. Gli s’apponea
     Da un ribaldo, il qual retti avea vissuti,
     A giudizio del popolo, molt’anni,
     Atroce fatto di perfidia e sangue:
     65Una lunga covata inimicizia
     Verso il prode Emerigo, e astute fila
     Per ingannarlo sotto il sacro ammanto
     Delle gioie amichevoli; ed in fine
     La morte stessa d’Emerigo, oprata,
     70Per artifizi d’Ugonel, con feri
     Di streghe incantamenti o con veleno.
          Carissimo al regnante era Emerigo
     Per assai merti in guerra e pace, e quando
     Avvenne del baron la crudel morte,
     75Fu visto nella reggia il coronato
     Balzar dal soglio, e impallidire, e gli occhi
     Empirglisi di lagrime, e le grandi
     Rammemorar virtù del cavaliero,
     Giurando alta vendetta.
                                                         Ora Ugonello
     80Vincolato ecco giace entro i profondi
     Umidi cavi di vetusta torre;
     E provata apparendo omai la nera
     Trama ed i sortilegi e l’omicidio,