Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/226

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     Que’ figli suoi nascean gemelli, e santa
Tenerezza li univa. Or sola e mesta
Clara accompagna il cieco padre a sera
Fuor della torre, perocchè il gagliardo
15Fratel devote ha l’armi alla difesa
Del pio Tommaso suo ramingo prence
Contro i nemici della patria terra.
     Rosseggiava bellissimo un tramonto
Sulle nevi lontane, e stupefatto
20Pareva il sol che dal romito albergo
A salutarlo non venisse il vecchio.
Ahimè, quell’era di sventura un novo
Spaventevole dì! Schiudesi alfine
La porta del castello, e con veloci
25Passi agitatamente escono Aroldo,
Clara e più servi; nè il canuto ciglio
Ai söavi del sole ultimi rai
Volger si cura. Che avvenìa? — Dal campo
Infausto messo è giunto. Il pro’ Ioffrido
30Contro l’usurpator del saluzzese
Seggio osando tropp’oltre avventurarsi
Nel calor della pugna il circondaro
L’empie straniere spalle, e prigion cadde.
     Speme di riscattar sì cara vita
35Nutre il barone antico; e vuole ei stesso