595In quest’ampia penisola rimane
All’alme generose, ed è Saluzzo:
Colà si nasce ancor come nasceste,
Come nacqui io: garrula gente, ardita,
Prona ad afferrar brandi e a menar busse, 600Ma larga di compianti e di perdoni.
Rivolto a Roma, non badò Roccello
Al consiglier che lo seguìa cruccioso;
E più cruccioso, imperocchè per via
Cose orrende s’udìan dell’empia stirpe 605Onde in Ravenna uscita era Francesca,
La trucidata in Rimini infelice.
Regnava Ostasio, e morto questo, il serto
E i mutui dì s’insidïaro i figli
Con nere trame, ed un de’ tre sgabello 610Fece a sua gloria i duo fratelli in ferri.
Odono i vïatori anco tragedie
De’ Malatesti a Rimini imperanti,
E de’ tiranni di Forlì Ordelaffi,
E de’ Trinci in Foligno, e delle venti 615Schiatte di masnadieri insignoriti
Di Romagna e di Marca e dell’antico
Patrimonio di Pier. Mille fïate
Più di pria sanguinose eran le genti
Di quel latino suol, dacchè lontana