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Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/108

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102 ludovico settala


vanno procurando de’ favorevoli e seguaci; deve la parte zelante del bene della republica porre ogni cura a conciliargli, o nel principio attendere a procurare, che quelle discordie non piglino possesso, altrimenti si può antivedere la rovina della republica.

A questo modo andò in rovina la republica ateniese: prima per le discordie di Temistocle e Aristide, e poi di Nicia e Alcibiade, e poi di Demostene, Eschine, e altri retori; tali a Roma furono le dissensioni tra Cepione e Metello, da’ quali ebbe origine la guerra sociale, che cominciò a rovinare la republica, come scrive Plinio nel libro XXXIII al capo primo, e fra pochi anni le discordie fra Pompeo e Cesare, che finalmente distrussero la republica. Tali furono le discordie che nacquero nell’Inghilterra tra la casa di Lancastro e l’Eboracese, e in Francia tra la casa di Borgogna e quella d’Angiu, per le quali quei due regni quasi andarono in rovina.

Ben avvertí Plinio, nel libro XXXIII capo primo, esser di tanta importanza nelle republiche l’aver rocchio a qualsivoglia principio di discordia per picciol che sia, che, se subito non vien sopito, suole apportar la rovina alla republica; esempio ne sia nella republica romana l’occasione leggiera della guerra sociale, cominciata da cosí leggiera causa tra Cepione e Metello nel voler comprare un anello venduto all’incanto: che se al principio fosse stato vietato a l’un e l’altro il comprarlo, o che presto si fosse tentata la pace e unione degli animi, o in altro modo provisto, non sarebbe seguita tanta rovina.

Molto ben notò Aristotele nel capo settimo del quinto della Politica, che rarissime sono le republiche aristocratiche vere e pure: sí perché pochi sono quelli, che nelle azioni abbino per puro fine la virtú e l’onesto; sí ancora perché, a benché nel principio tale fosse stata, e perciò fosse ben appoggiata all’onesto e alle buone leggi, in processo di tempo, o tralignando i figlioli o a poco a poco mutandosi quelli che governano, si fa mista republica, non guardandosi piú solo all’onesto, ma vi s’aggiunge o la nobiltá di stirpe o le ricchezze. E quindi e’ dice, che alcuna volta ne siegue la rovina o mu-