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112 ludovico settala


quel carico, e data quella potestá, la quale a’ suoi maggiori, perché le pareva troppo grande, era parso bene d’abbreviarla. Per il che ii popolo, cosí dal medesimo persuaso, dispose per legge, che per l’avvenire nessuno potesse due volte avere tal magistrato. A questo fine fu fatta dal senato legge, che nel creare i tribuni dei soldati, non fosse nominato alcuno per tale offício, il quale quell’anno fosse stato tribuno della plebe, né che alcuno si potesse rifare tribuno della plebe per l’anno seguente.

Non si deve permettere che un cittadino, per ben che sia nobile ricco e potente, si congiunga in affinitá e parentele con matrimonio con prencipe forastiero: e particolarmente congiungendosi in matrimonio con figliuole di sangue regio, perché, essendo grandissima l’ambizione nelle donne, figliuole allevate alla grande, e che hanno padre e madre di condizione regia e che soli comandino, mai potranno sopportare stato privato; e sempre stimolará il marito ad uscire dallo stato privato, e a tutte le ore, e maggiormente quando saranno nei piaceri maritali, lo spingerá a procurarsi il dominio assoluto.

Ma né anco si deve concedere, che cittadino alcuno, sia egli o de’ governanti o de’ sudditi, mariti figliuola in prencipe forastiero, come nel quinto della Politica ci insegnò Aristotele: perché o il padre con il mezzo del genero ingrandito tenterá qualche novitá, o gran ricchezze per la dote usciranno dalla republica, o quel prencipe aggiutato dalla potenza e ricchezza del suocero, che per piú potere facilmente tradirebbe la patria, si acquisterá per lui quel dominio. Bellissimo esempio di ciò ci lasciò Aristotele, al capo settimo, dei locresi, la republica dei quali si perdette e andò sotto la tirannia di Dionigi il giovine signore di Sicilia, per aver avuto per moglie una signora locrese, molto nobile e ricchissima; per il qual parentado e per gli aggiuti indi riportati, assaltata quella republica, se la fece soggetta.

Fu parere di Catone e d’altri prudentissimi politici, per fuggire i pericoli che potessero distruggere una republica degli ottimati, o de’ pochi, esser utile il fomentar le discordie e le fazioni che fossero nate tra due grandi e potenti; e se questo parere non si intende sanamente, veggo che sarebbe molto male,