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154 torquato accetto

passato, per non contradir al presente e poter far giudicio dell’avvenire. Stando la mente cosí sodisfatta, non le parrá nuova qual si sia mutazione che le si vada rappresentando, ed in conseguenza dipenderá da lei, e non dal precipizio del senso, l’espression di quanto le succede.

VIII.

Che cosa è la dissimulazione

Da poi che ho conchiuso quanto conviene il dissimulare, dirò piú distinto il suo significato. La dissimulazione è una industria di non far veder le cose come sono. Si simula quello che non è, si dissimula quello ch’è. Disse Virgilio di Enea:

Spem vultu simulat, premit altum corde dolorem.

Questo verso contiene la simulazion de la speranza e la dissimulazione del dolore. Quella non era in Enea, e di questo avea pieno il petto; ma non volea palesar il senso de’ suoi affanni: ricordava però a’ compagni l’aver sofferti piú gravi mali, e nominando la rabbia di Scilla e lo strepito degli scogli ed i sassi de’ Ciclopi, se ne valse come per sepellir tra que’ mostri, e tra quelle passate ruine, tutte le rie venture che lor giá davan noia; e col dolcissimo meminisse iuvabit, conchiude:

Per varios casus, per tot discrimina rerum
tendimus in Latium, sedes ubi fata quietas
ostendunt; illic fas regna resurgere Troiae.
Durate, et vosmet rebus servate secundis.

Ma in ogni modo l’animo era ferito, e troppo dolente, perché talia voce refert curisque ingentibus aeger. Si vede in questi versi l’arte di nasconder l’acerbitá della fortuna, e prima fu espresso da Omero come da Ulisse si dissimulava il do-