Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/221

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dal «tacito abburattato» 215


invece di arrabbiatamente morder singhiozzando il suolo, lastricato di brutta strage; di esser arsi dentro un rogo, ove le nostre ceneri non sian confuse con le ceneri degl’inimici. Sia possibile alcun’altro fato, che di ferro, sotto i romani. Non si snerverá il tuo esercito, perché ne vada lunge una cadente etade, che strascina se medesima per seguitarla. Si avvalora il corpo, se le membra inaridite, inutili, gli si recidono. Questo nostro desiderio è effetto di una felicissima fortuna, tua partigiana. Non vuole ella esporti alla lunghissima carriera delle tue fatiche nobili, ch’ella prevede, che non abbia prima in luogo de’ tuoi logori soldati fatto sottentrare giovani robusti e freschi, quale sei tu. Vuol mutarti in sostegno il peso. —

Or crediamo noi che, se l’ingegno sa ne’ sediziosi cosí fortemente armar con tacita facondia bocche disarmate giá dal tempo, per cattar benevolenza dal capitano, governar saprá la destra quando sará d’uopo amarla a risvegliar temenza nel capitano. Ma sorgendo alcuno contra me: — La sedizione, — dirá egli, — ha luogo tra le cose male, a cui mal sembra che con venga il sapersi reggere: maggiormente essendo una di quelle, la natura delle quali non è altro che confusione turbamento smoderanza, in somma tutto ciò che opponsi dirimpetto a regola a governo e a reggimento. — Ora, ammesso che la sedizione sia cosa mala, io dico per risposta: che di molte cose, che son male perché malo è il fine che elle si han proposto, non si può per questo dire ch’elle reggersi non sappiano, mentre che sanno scegliere adattati i mezzi per ottenerlo. Malo è Pisistrato, malo è Cesare, nello aspirare alla tirannide della sua patria: ma nel sormontare al designato posto, ch’essi ottimamente sappian reggersi, non è chi nieghi. All’incontro chi riguarda a Cicerone, che brigandosi con ogni studio nel senato d’appoggiare al giovanetto Augusto il generalato degli eserciti, viene a renderlo monarca per la stessa strada ch’ei credea lui dover esser rinovellatore della Repubblica, ben affermerá ch’ei fu buon uomo: ma altresi che i buoni sconsigliatamente reggonsi talvolta, soggiungerá. Consento somigliantemente, che la sedizione suona nel suo titolo confusioni, mischie, ravvolgi-