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216 anton giulio brignole sale


menti; dunque i sediziosi non sapran reggersi? È falso questo, e il perché ne aggiungo con esempio per mio credere confacentissimo. La sedizione in un esercito si è per appunto tale, qual suol essere una febre in un corpo umano, posciaché ambe son composte di que’ mali umori, che per dare assalto contro il capo e contro il cuore van ribollendo. Certamente chi riguarda il povero febbricitante, altro che scomponimenti, turbazioni, e rimescolamenti pare che non sappiano rappresentarsi. Scaglia in mille guise e gambe e mani e braccia per esso il letto, quasi brami prender fuga e distaccarsi da se medesimo. Le agitazioni del suo corpo sono pari in numero a’ colori torbidissimi della sua faccia, il capo va a trovare i piedi, i piedi salgono dov’era il capo: il fuoco fa ch’ei brami il freddo, e ’l freddo fa che piú arrabbiato egli provi il fuoco: è languente, ma la stessa languidezza è fomite delle violenze: del malor la forza abbatte ogni sua virtú, e in virtú del male egli fa forze maravigliose: smania, languisce, freme, chiede compassione, fa minaccie, non sa ciò ch’egli si dica, dice piú ch’egli non sa, non conosce ciò ch’ei vede, non vede ciò che ha su gli occhi, è in se stesso al penare, e all’intendere fuor di se stesso: chi mai vide tal Babilonia? E pur gli umori intrinsechi e sediziosi, onde l’infermo miserabile è costretto a non poter regger se stesso, sanno sí miserabilmente reggersi ne’ loro assalti, che gli Ippocrati, i Galeni stupefatti dir non sanno per qual guisa materiali e grossi umori osservino ne’ parossismi loro quella esquisitezza di giornate, quella proporzione di progressi, che sarebbe assai quando nascesse da potenze ragionevoli, operanti con consiglio ed elezione.

Finalmente per difender Tacito mi veggo incontro, formidabili campioni, un Cesare e un Gottifredo. — Or come (dirá il primo) sia mai vero, che si reggano con buona regola le sedizioni, s’elle anche qualora sono nel maggior vigore, non pertanto, qual volante nube, che superba torreggiando in vista, si dilegua a lieve soffio, anch’elle al primo sopraciglio della maestá del duce le piú volte appianano i tumori, ed è naufragio loro la loro calma? Qual di quella fu giammai la piú