Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/245

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dal «tacito abburattato» 239


pagna. Porgerai alla virtú del saggio teatro angusto? Anche in pochi palmi un Polifemo ei saprá dipingere. Cercherai con le ricchezze vincer del suo animo la moderazione? Argento utetur tanquam fictilibus. Premerai con povertá del suo cuor l’altezza? Fictilibus utetur tanquam argento. Gli darai vilmente a custodire, come a quel di Luciano, le cagnoline? La viltá torrá al mestiere, come tolta al carcere da Socrate fu l’ignominia.

E ciò onde sommamente appare, quanto cosí nobile arte giovi a far beato, si è che il saggio, solamente suo posseditore, per suo mezzo opera questa sí utile, ma poco meno che impossibil maraviglia del sapersi convenir con cose tanto differenti, cosí agevolmente, ch’egli è come il pesce stella, il quale suol render molli le piú dure cose, sol ch’ei le tocchi. Nulla è tanto insuperabile alla forza, che non possa restar vinto dalla destrezza. Que’ smisuratissimi elefanti, che agli arieti de lo stesso Pirro poliorcetico starebbon saldi piú che del guardingo Acrisio la ferrata torre, annodati dalle spire dei pieghevoli serpenti vanno per terra. E quel fiume, che se tu l’affronti in un sol letto, scuote alteramente il giogo de’ piú forti pomi, e inghiottirebbe a un sol sorso un’oste intiera, benché fatta tutta d’ippomedonti, scematagli da Ciro la possanza col moltiplicarli i rami, fatto si rimira scherzo e scherno a’ piedi delle donzelle. Tutto sta l’aver non meno l’animo pieghevole, che s’abbiano ammirabilmente i taprobani le ossa, in ritrovar la vena nello affar che si maneggia, come chi trovatala in un sasso il frange, benché sia durissimo, col nudo pugno. Le pitture vogliono essere riguardate alla propria luce, le faccende vogliono essere prese nel proprio verso. Il quadro di Passone, se i! voltavi per un capo ti rappresentava un bel cavallo voltolantesi per terra nella polve con le gambe all’aria, se per l’altro, un corridor ne’ giuochi olimpici volante per la meta, e coronato dalla polve ch’ei facea sorgere con le sue piante. Ma qual Giove omerico giammai con occhio sí sagace e destro riguardava ora alla Tracia e or a’ Misi, come il saggio tutto a un tempo, a conseguire la sudetta agevolezza, mira le