Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/272

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266 virgilio malvezzi


XV

Diverso valore dell’esempio nelle azioni felici e nelle infelici.

L’esempio, se è di qualche azione sortita felicemente, ci spinge a cimentarla; ma se avviene che sia di qualche infortunoso accidente, non per questo ci ritrae dall’operare, perché gli uomini hanno maggior speranza della buona fortuna che della cattiva. S’infingono la somiglianza dove non è, e, dove si truova, fanno nascere la diversitá o per animarsi o per non avvilirsi (/?., 97).

XVI

Le precauzioni.

Quanti uomini sono morti per prevenirsi al futuro, per medicarsi con prevenzione! Quante cittá, provincie e regni si sono perdute per ripararsi dall’avvenire, che non era e non sarebbe stato! Io rassomiglio la troppa prudenza alla [astrologia] giudicaria, se non fosse che è piú dannosa, piú temeraria, piú incerta e peggiore, perché non si può vietare (A., 117-8).

XVII

Falsitá del detto: che necessitá non abbia legge.

Tutti i delitti, per scelerati che sieno, a fine di sottrarsi dalle mani della legge e farsi, invece di biasimare, compatire, vestono il manto della necessitá. Non si dá necessitá assoluta nell’uomo, perché egli è agente libero. Se non riceve la violenza fuori di sé, non l’ha in sé. Quelle che noi chiamiamo necessitá e che pretendiamo che sieno libere dalla legge, vengono fatte dalla legge. Sono conseguenze necessarie per supposizione, che hanno per fondamento l’antecedente condizionato, ma non sussistono quei supposti che non sono autenticati dalla legge;