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della ragion di stato - i |
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publiche: anzi è pur troppo vero, che questo nome nuovo è
stato ritrovato dagli adulatori de’ prencipi, li quali per il piú
non avendo lo scopo vero del prencipe, cioè l’onesto e il bene
de’ sudditi, ma il proprio interesse e utile, facendo molte cose
dannose a’ popoli, e men che oneste per propria utilitá: per
coprire le malvagie operazioni, hanno ritrovato per iscusa
nome cosí onesto. E benché nelle republiche rette vi sia la
sua ragion di stato buona, la quale è veramente quella buona
consultazione del prencipe o dominanti buoni per conservar sé
e la forma presente della republica: perché però questa s’accorda quasi con la prudenza politica, servando per lo piú le
leggi scritte indrizzate al ben del popolo, non si serve molto
di questa ragion di stato, governandosi con tal prudenza, e
avendo tanto a cuore il ben de’ sudditi, che non fa bisogno
molto della ragion di stato; conservandosi la forma della republica, e per la sua bontá, e per l’amore de’ sudditi. E questa
penso io che fosse la causa, perché Aristotele nel quarto,
quinto e sesto della Politica fosse cosí scarso in descrivere la
ragion di de’ hbuoni re e cosí copioso nella ragion di stato
de’ tiranni e altre republiche ree; oltre le altre cause, che si
diranno a suo luogo. Ma le altre republiche ree, essendo violente e indrizzando le sue azioni al proprio interesse, né riguardando il bene de’ popoli, essendo da tutte le bande soggette a’ pericoli e mutazioni, hanno bisogno di maggiori puntelli
per sostenersi, e di piú mezzi per conservarsi, e di maggiori
stratagemme e astuzie per difendersi; ed essendo queste cose
verissime, come ancora essendo rarissime le buone, non puoche
le difettose e manchevoli, e moltissime le male e corrotte: la
ragion di stato piú in queste due esercitandosi, né comprendendosi queste nel genere della diffinizione descritta, non veggo
come si possa per buona diffinizione ricevere. Ma che la ragion
di stato delle manchevoli o cattive non possa comprendersi
sotto il detto genere è manifesto, perché la buona consultazione
è parte della prudenza, né questa può aver luogo nelle male
azioni, che tuttavia si esercitano in quelle republiche, o difettose o ree. Quanto poi alle due particelle poste come differenze