della religione, son certo che incontanente averebbe cangiato
pensiero. Cunciosiacosa che, dove non vive il rispetto del culto
divino e della religione, sia per consequenza morto il timore
del peccare; dove more il timore, nasce l’audacia; e dove nasce
l’audacia sorge il vizio, il quale con la forza del suo valore
snerva, per cosí dire, a poco a poco gli animi, e gli spoglia
d’ogni virtú, e v’introduce e felonia e prontezza ad ogni sceleraggine e a qual si voglia tradimento: per la qual cosa convien dire, che in una adunanza d’uomini scelerati e viziosi,
qual a viva forza è necessario che sia un prencipe senza la
vera religione, si trovi una perpetua confusione per la varietá
de’ voleri, un continuo timore. E se il medesimo, siccome nel
formare il suo prencipe tolse di peso tutte le sue massime da
Aristotele nel quinto della Politica, dove ci rappresenta al vivo
il tiranno e c’insegna i mezzi, colli quali si conserva il suo
stato: cosí avesse ben considerato quello, che il medesimo scrisse
della religione e sua necessitá nel governo politico ed eccellenza, mai averebbe detto la religione dover servire e accomodarsi al governo politico, e non per il contrario. Essendo che
nel sesto de’ Morali a Nicomaco al capo tredicesimo dice manifestamente, che la facoltá politica e la prudenza civile devono
commandare nella cittá, e non alla religione, ma per cagion e
servizio di lei. Anzi nel settimo della Politica, al capo ottavo,
annoverando le parti della cittá, disse della religione e del sacerdozio: Quinta, sed cunctis pracferendo, re rum divinarum
procuratio, quod sacerdotium nominatur. Per la qual cosa acconciamente hanno scritto alcuni, trattando pure materie politiche, che le azioni del prencipe, che sogliono partorire e imprimere nella mente degli uomini un’efficace opinione, che
egli non solo sia capace della presente fortuna che tiene, ma
che ci resta anche luogo per qual si voglia accrescimento che
potessero apportar i tempi e l’occasioni, sono quelle, che hanno
forza di farlo conoscere religioso nelle cose divine e prudente
nelle umane. E che l’opinione di religioso importa tanto, che,
quando quella è stabilita, pare, e con molta ragione, che tutte
le altre virtú debbano seguire di necessitá. E che la religione