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72 ludovico settala


della religione, son certo che incontanente averebbe cangiato pensiero. Cunciosiacosa che, dove non vive il rispetto del culto divino e della religione, sia per consequenza morto il timore del peccare; dove more il timore, nasce l’audacia; e dove nasce l’audacia sorge il vizio, il quale con la forza del suo valore snerva, per cosí dire, a poco a poco gli animi, e gli spoglia d’ogni virtú, e v’introduce e felonia e prontezza ad ogni sceleraggine e a qual si voglia tradimento: per la qual cosa convien dire, che in una adunanza d’uomini scelerati e viziosi, qual a viva forza è necessario che sia un prencipe senza la vera religione, si trovi una perpetua confusione per la varietá de’ voleri, un continuo timore. E se il medesimo, siccome nel formare il suo prencipe tolse di peso tutte le sue massime da Aristotele nel quinto della Politica, dove ci rappresenta al vivo il tiranno e c’insegna i mezzi, colli quali si conserva il suo stato: cosí avesse ben considerato quello, che il medesimo scrisse della religione e sua necessitá nel governo politico ed eccellenza, mai averebbe detto la religione dover servire e accomodarsi al governo politico, e non per il contrario. Essendo che nel sesto de’ Morali a Nicomaco al capo tredicesimo dice manifestamente, che la facoltá politica e la prudenza civile devono commandare nella cittá, e non alla religione, ma per cagion e servizio di lei. Anzi nel settimo della Politica, al capo ottavo, annoverando le parti della cittá, disse della religione e del sacerdozio: Quinta, sed cunctis pracferendo, re rum divinarum procuratio, quod sacerdotium nominatur. Per la qual cosa acconciamente hanno scritto alcuni, trattando pure materie politiche, che le azioni del prencipe, che sogliono partorire e imprimere nella mente degli uomini un’efficace opinione, che egli non solo sia capace della presente fortuna che tiene, ma che ci resta anche luogo per qual si voglia accrescimento che potessero apportar i tempi e l’occasioni, sono quelle, che hanno forza di farlo conoscere religioso nelle cose divine e prudente nelle umane. E che l’opinione di religioso importa tanto, che, quando quella è stabilita, pare, e con molta ragione, che tutte le altre virtú debbano seguire di necessitá. E che la religione