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82 ludovico settala


e che si richieggono in lui per conservar il suo stato immediatamente: che questa ò la ragion di stato, che ora tratto. E tre cose principalmente in ciò nel prencipe ricerco: la secretezza de’ suoi pensieri, la diffidanza e la dissimulazione. E quanto allo star cupo ne’ suoi affari, se ben si è stabilito dover il prencipe fugir gli inganni e le frodi; non deve però portar il petto tanto aperto, e mostrarsi altrui tanto libero nelle cose che egli ha da fare, che ciascuno possa tanto agevolmente penetrare i suoi pensieri: anzi stimo, che egli debba sí fattamente tenerli celati, che né anco ad un linceo sia agevol cosa il penetrargli. E perciò è necessario, che egli abbi solerzia specialmente e sagacitá, le quali sono parti, che non si scompagnano mai dalla prudenza. Onde Numa Pompilio, volendo mostrare, come io credo, di quanta importanza fosse la segretezza al governo delli stati, e mantenergli: propose, tra gli altri dèi da adorare, una dea a’ romani sotto ’l nome di Tacita. E perciò chiamò Valerio Massimo la taciturnitá ottimo e sicurissimo vincolo di amministrar le cose. Onde interrogato Cecilio Metello da un centurione giovane del suo esercito, ciò che egli fosse per fare; gli rispose, che s’egli avesse creduto, che la camicia che portava fosse stata consapevole del suo pensiero, la si sarebbe tratta e datala al fuoco. Ed Antigono a Demetrio suo figliuolo, che giovanetto ancora aveva ricercato di saper da lui il tempo del mover l’esercito, sdegnosamente riprendendolo rispose: — E che? temi di avere ad esser tu solo, che non oda il suono della tromba? — Non lodo però nel prencipe l’andar tanto secreto, che voglia all’improvviso assaltare lo stato altrui, e prendere qualche cittá, o luogo di quello, che si destina per nemico, senza dargliene contezza, come si suol fare d’alcuni prencipi a’ nostri tempi. I romani mandavano avanti li feciali, che, proposta la causa, intimavano la guerra. A’ tempi inferiori si mandavano gli araldi a questo effetto, e si riputavano a vergogna mover guerra all’improvviso a chi ogn’altra cosa pensava; e noi non riprenderemo il nuovo nostro modo di romper la guerra all’improvviso a chi mai pensò tal cosa, per coglierlo senza difesa? Per la qual cosa terminerò la presente materia con